Testo bollettino Nella Natività di Paolo Uccello si riflette l’immagine che l’evangelista Luca volle dare della nascita di Gesù. È infatti la luce a dominare la scena evangelica della rivelazione ai pastori della nascita del Salvatore: nella veglia della notte, «un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce» (Lc 2,9). Il contrasto è tra la notte tenebrosa in cui giace l’umanità e la potenza luminosa che si sprigiona dalla nascita di un Bambino a Betlemme, sperduta cittadina, poco più di un villaggio, di un paese marginale. Lo ricorda l’artista ponendo al vertice della vetrata la stella che illumina l’intera scena e le dona la vivacità dei colori. È un messaggio sempre attuale a fronte delle molte oscurità in cui giace il mondo. La luce di una stella, la luce di un Bambino ci si offrono, a fronte dei drammi e delle oscurità che accompagnano i nostri giorni e appesantiscono il nostro cammino, come un annuncio di speranza di cui sentiamo il bisogno, e che dovrebbe indurci ad aprire il cuore alla presenza di questo Bambino che viene. Cardinale Giuseppe Betori Arcivescovo Metropolita di Firenze Il francobollo, un oggetto che noi non più giovanissimi abbiamo acquistato ed usato tantissime volte, per una cartolina dalle vacanze, per una lettera alla persona del nostro cuore, per una richiesta di lavoro, per essere vicini a chi aveva bisogno di un segno amico, per ricordare un momento importante, per portare gli auguri di Natale piuttosto che invitare ad un lieto evento, per condividere una gioia o un dolore: il francobollo era lo strumento per poter fare tutto questo ed altro. Li guardavamo ammirati i francobolli per la cura con cui venivano realizzati, pensavamo alle storie che stavano dietro a quei personaggi inseriti al loro interno, ai paesaggi che raffiguravano, immaginavamo la creatività di chi li pensava, l’arte di chi li realizzava. E ne facevamo collezione. Oggi, nell’era del “virtuale”, vediamo un francobollo “in carne ed ossa” con l’immagine di quello che da oltre quarant’anni realizziamo ogni Natale sulle pendici del Monte Ingino, a Gubbio, terra da cui Francesco decise di iniziare nel Febbraio del 1207 la sua rivoluzione, lasciando sul pavimento della abitazione dei suoi amici Spadalonga se stesso insieme agli abiti che indossava per poi coprirsi di un misero saio e mettersi al servizio degli ultimi: è proprio un bellissimo francobollo con l’immagine dell’Albero di Natale più Grande del Mondo. Quello che ogni anno realizziamo è infatti un grandissimo albero di Natale disegnato da mille luci, un albero di luce alto oltre 750 metri, largo alla base oltre 400 metri, sormontato da una stella cometa di oltre 1.000 metri quadrati: affonda le sue radici nelle mura medioevali della città di Gubbio per salire, adagiandosi sulle pendici del Monte Ingino, fino alla basilica dove sono custodite le spoglie di Sant’Ubaldo, eugubino e nostro Patrono dal 1200. Solo amicizia e senso del volontariato più gratuito riescono a dare continuità al lavoro di quei visionari che nel 1981 ebbero l’idea e soprattutto il coraggio, ma proprio tanto coraggio, di realizzarla con le pochissime risorse disponibili, armati solo della loro amicizia e testardaggine: noi oggi riprendiamo la loro determinazione per portare a termine un’opera che, pure nella sua estrema laicità, vuole essere simbolo del Santo Natale, vuole invitare tutti ad alzare lo sguardo in alto, verso la stella cometa di Betlemme, verso la basilica che custodisce le spoglie del nostro Patrono Ubaldo. Esempio di lavoro di squadra e perfetta integrazione intergenerazionale, è un’opera realizzata da un gruppo di pochi eugubini (ci chiamano “Alberaioli”) ma a cui collabora in tanti modi l’intera comunità cittadina, in tutte le sue componenti: l’Albero è opera e proprietà di tutti gli eugubini. Gli alberi che ricoprono le pendici del Monte Ingino sono i supporti delle mille luci multicolori che disegnano l’Albero, i loro rami sostengono le migliaia di metri di cavi elettrici che le collegano: un lavoro faticoso, non privo di rischi, affrontato con serietà e collaborazione, condividendo successi e fallimenti. Ed ora tutto questo è su un bellissimo francobollo: il frutto del nostro lavoro verrà così veicolato per mille strade verso mille città del mondo, ci porterà nelle case dei tanti che potranno guardarlo con stupore, magari cercando di capire se esiste realmente o è solo un bellissimo disegno se non un fotomontaggio. E magari avranno la curiosità di venire a trovarci per vederlo di persona, condividendo con noi il genuino infantile stupore che anche noi Alberaioli proviamo ogni volta che lo guardiamo, orgogliosi di quello che ancora una volta, insieme, abbiamo portato a termine. Gubbio, Natale 2023 Gli Alberaiol
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