E' stato condannato un gallo, reo di disturbare il sonno dei vicini con il suo canto all’alba. Il suo padrone dovrà pagare 200 euro per il disturbo della quiete pubblica.
L'episodio è accaduto a Malles, un paesino di montagna della val Venosta, nel Meranese. A denunciare gli strepiti del gallo era stata una donna che abita a poca distanza dal pollaio. Davanti al giudice, il proprietario dell’animale si è giustificato affermando che di galli ne aveva cinque e di averli ridotti ad uno solo per le rimostranze della vicina di casa. Ma almeno un gallo – ha sostenuto – è necessario per la sopravvivenza di un pollaio.
Il giudice, però, non gli ha dato retta e con un decreto penale lo ha condannato a pagare 200 euro. Il proprietario del pollaio ha annunciato che ricorrerà in appello.
A sostenerlo pagandogli le spese legali sarà l’associazione degli agricoltori Bauernbund, ha assicurato Johan Wallnoefer, responsabile circondariale dell’associazione di categoria: «Ci mancherebbe altro – ha commentato – , il canto del gallo appartiene alle caratteristiche peculiari dei luoghi di campagna come i nostri e persino i turisti si stupirebbero se non dovessero più sentire il canto dei pennuti che segna l’arrivo dell’alba».
La vicenda altoatesina, tuttavia, è soltanto l’ultima di una lunga serie che vede la giustizia occuparsi del canto dei pennuti. In Francia nel '96 fece scalpore Renato, un gallo di Bordeaux i cui strepiti furono contestati da un vicino di casa dall’orecchio molto fine (faceva infatti il violinista) e per difendere il pennuto nacque addirittura un comitato civico. Il che non impedì però il fatto che il padrone di Renato fosse condannato a pagare 300 franchi di ammenda, una cinquantina di euro di oggi.
In quel di Bari nel '95 dovette essere addirittura presentata una «domanda di grazia» per un galletto molesto che rischiava la pena capitale in padella. A intervenire fu la Lipu, chiedendo, appunto «pia ed umana grazia per l’inconsapevole pennuto».
A Gela in Sicilia, nel '99, vi fu poi un gallo condannato da un pretore al «soggiorno obbligato» in un pollaio fuori porta, dopo la denuncia di un operaio turnista dell’Enichem che aveva perso il sonno per il canto del pennuto. È dello stesso anno, infine, la notizia della morte di Annibale, un gallo la cui ugola era costata sei milioni di lire di multa al proprietario. Le cronache di allora riportano il 3 ottobre la data della sua morte ed un epitaffio sulla sua voce «tanto tonante da fare invidia ad un tenore».
), ma passata una settimana diventavano dei suoni così familiari da non farci più caso ...
